Yule ci ricorda che a breve entreremo nella fase crescente dell’anno, che inizierà il 21 Dicembre, data in cui si colloca il Solstizio d’Inverno, ovvero la giornata in cui la durata delle ore di buio raggiungeranno il culmine e che segnerà l’inizio del prolungamento delle ore di luce durante il giorno, inizialmente questo prolungamento sarà impercettibile, ma i più attenti e legati alla natura di voi noteranno che il sole tramonterà sempre più tardi.
Il Solstizio d’Inverno, per gli antichi popoli, era conosciuto come Yule, termine che si ritiene derivi dal norreno “Iul”, ovvero “ruota”, ad indicare un nuovo ciclo che inizia.
Durante questo Sabba i popoli antichi celebravano la Rinascita del Dio-Sole, durante questa data, proprio perché legati a questo ritmo stagionale della fine del periodo di Tenebre in favore della Luce.
Infatti fu solo nel 273 d.C. che la nascita di Cristo fu fissata in questo periodo, proprio per renderlo uguale alle altre divinità solari precristiane che ogni popolo antico festeggiava in questo periodo.
Yule: la Rinascita della Luce
Per gli antichi popoli, soprattutto per i popoli del Nord Europa, il Solstizio d’Inverno era un momento di speranza, proprio perché, con l’aumentare delle ore luminose, sarebbe lentamente arrivato anche il periodo in cui ci sarebbe stata abbondanza di frutti della Terra e in cui si poteva riprendere a cacciare la selvaggina, che durante i mesi freddi era difficile da trovare.
In particolare, per propiziare un futuro di abbondanza, i Celti erano soliti utilizzare l’ultimo fascio di spighe mietute durante l’ultimo raccolto per creare la fanciulla del grano, ovvero una bambolina che poi veniva bruciata a Yule e le ceneri erano sparse sui campi, in modo tale da propiziare l’abbondanza di un futuro raccolto.
I Norreni invece preparavano il ciocco di Yule, ovvero un grosso tronco, solitamente di Quercia, che veniva addobbato e poi gli si dava fuoco durante la notte del Solstizio e lo si lasciava bruciare totalmente. Anche loro poi ne spargevano le ceneri sui campi per assicurare un futuro raccolto abbondante.
Dal ciocco di Yule è derivata l’idea dell’Albero di Natale che facciamo ancora oggi.
Yule: Il Dio-Sole e il Divino Femminile
Nonostante Yule fosse prettamente una celebrazione del Dio-Sole, quindi del Maschile Sacro che risorge, ha estrema importanza pure il Divino Femminile.
I Celti e i Norreni, durante questo periodo, celebravano l’aspetto femminile di Vita nella Morte, ovvero, la Dea della Morte simbolica.
La Signora dell’inverno e delle tenebre portava e porta ancora oggi per ciascuno di noi un lavoro introspettivo da svolgere, e solo se avremo lavorato bene, sfruttando le energie del periodo, avremo il sopravvento sulle sue Ombre e soprattutto ci verrà concesso di vedere il suo aspetto di Signora della Vita, con tutti i doni che ne derivano (ovvero la profonda consapevolezza interiore e la connessione con il proprio sé superiore più puro, privato dall’ego).
Insomma lavorare al meglio le nostre ombre, vincerle, integrarle e risorgere vittoriosi come il Sole che ritorna è quello che siamo chiamati a fare oggi, dato che non dobbiamo più preoccuparci delle mandrie di selvaggina che si spostano o del raccolto, dato che troviamo tutto a disposizione nei supermercati.
In un mondo che ci vuole sempre più alienati, usiamo la consapevolezza interiore per eliminare l’ego e far splendere il nostro sé superiore, depurato da ciò che è stato indotto dall’esterno e che non ci appartiene veramente.
Insomma, recuperiamo la nostra essenza e la nostra divinità interiore, questo è il periodo migliore per lavorare su questo obiettivo.
Uno dei modi migliori da cui partire è quello di non farvi condizionare o rabbuiare dai pranzi con i parenti che vi aspettano: siate fiere di voi, mantenete sempre la vostra essenza, ignorate ciò che sono le convinzioni familiari che non vi appartengono e di cui volete liberarvi.
Se poi vi servono ulteriori consigli sull’ASSERTIVITA’ IN FAMIGLIA (durante il periodo delle Feste) allora vi consigliamo di leggere anche questo articolo QUI.
Insomma c’è un unica Parola d’ordine: risplendere!
Questo articolo è in collaborazione e a cura di Elena, la nostra bravissima esperta di cultura celtica e norrena, se desideri una Lettura di Rune o Ogham puoi contattarla per una lettura
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